Iperdrink Blog

Porter e Stout

La tradizione delle ale scure

Stout e Porter, le tradizionali Ale scure britanniche, hanno origini comuni: secondo la tradizione, i lavoratori londinesi erano soliti ordinare una ‘tre terzi’, ovvero un blend di una pale ale, una brown ale giovane ed una brown ale invecchiata, che il publican otteneva spillando le diverse birre da tre botti differenti. Nel 1722 un birraio creò un mix fra le tre birre, chiamato ‘entire butt’ che facilitava la vita dei publicans, in quanto potevano spillare rapidamente da un’unica botte (butt) anzichè creare ogni volta il blend. Questo nuovo stile ebbe un grande successo soprattutto tra gli scaricatori di porto londinesi (porter) e quindi la birra prese il loro nome. Una ‘stout porter’ a quei tempi era semplicemente una porter con gradazione alcolica più alta; in seguito lo stile si diffuse in Inghilterra ed Irlanda e furono prodotte molte varianti da diversi birrifici. Oggi, le Stout sono birre più scure, tendenti al nero e con spiccati sentori torrefatti (caffè, cioccolato, liquirizia, crosta di pane bruciato), mentre lo stile Porter indica birre di colore marrone scuro, con riflessi rossastri (leggermente più chiare delle stout) e con note di caramello, toffe, pane tostato, quindi più morbide rispetto alle stout.

Guinness: tradizione e modernità

Quando si parla di Ale scure, si parla inevitabilmente di Guinness: il birrificio irlandese è famoso in tutto il mondo, e la sua birra più conosciuta è la Draught Stout. Nera, con sentori di caffè e cioccolato, è la birra più consumata negli Irish pub; la caratteristica tipica di questa birra è la schiuma color cappuccino fine e persistente, grazie alla spillatura con carbazoto. La Guinness Draught utilizza lo stesso sistema, grazie ad una pallina di plastica contenente azoto all’interno della lattina, per consentire di spillare una pinta perfetta con schiuma pannosa anche a casa. La Draught Stout è l’evoluzione moderna della prima birra prodotta dal birrificio Guinness, che di recente è tornata disponibile in bottiglia: la Guinness Dublin Porter. Questa riprende la ricetta originale del 1796 e cerca di essere la riproduzione fedele della Porter che veniva prodotta a Dublino e spedita in Inghilterra. Oggi la Dublin Porter è una ale leggera da 3,8% di alcool, vellutata con sentori di caramello e note luppolate, ed un finale che ricorda pane e biscotti tostati.
Guinness spedive le proprie birre anche nelle Indie: nel 1801 sviluppò la West Indies Porter, nata per mantenere le caratteristiche di freschezza e qualità inalterate durante un viaggio in nave di oltre un mese. Questa porter, per poter essere conservata più a lungo prima del consumo, ha una gradazione maggiore (6%) ed un contenuto più generoso di luppolo, dalle proprietà batteriostatiche. Il gusto riflette la ricchezza del malto, con sentori di caramello scuro e cioccolato, che danno una certa dolcezza alla birra, ben bilanciata dall’amaro della generosa luppolatura.
La sfida di portare buona birra nelle colonie oltreoceno ha quindi dato origine ad uno stile tutto nuovo: le Foreign Stout. Anche qui la versione moderna (discendente dalla West Indies Porter) è disponibile in bottiglia. La Foreign Extra Stout è una ale ricca di aromi maltati e torrefatti, che vanno dal caramello al cioccolato, al caffè, il tutto in un equilibrato mix dolce-amaro profumi e sapori.

Imperial Stout

Le caratteristiche di conservabilità e tasso alcolico elevato fanno un salto ulteriore con le Imperial Stout: molto apprezzate alla corte degli Zar russi, queste stout raggiungono gradazioni anche del 10% di alcool, e possono essere invecchiate per anni, come bottiglie di vino. Un ottimo esempio moderno di questo stile arriva dal birrificio Brewdog, con le Tokio, Cocoa Psyco (con vaniglia e fave di caffè e cacao) e Paradox (invecchiata in botti di whisky).

Oltre alla Guinness, molti altri birrifici propongono Porter e Stout classiche, come ad esempio St. Peter’s (che, oltre ad una vellutata Cream Stout offre anche una interessante Honey Porter con miele) e Sierra Nevada. Non mancano poi interessanti prodotti di birrifici italiani, come la Nocturna del Birrificio Kamun, la Mood di Hibu, o la Testarda del Birrificio Amiata.

Ora siete pronti ad abbracciare il lato oscuro della birra?

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Concediamoci il piacere di un Whisky

Con l’arrivo della stagione fredda, non c’è niente di meglio di un bicchiere di whisky per scaldarsi. Prodotto a partire dal malto, da cui si ottiene per fermentazione, distillazione e successivo invecchiamento in botte, il whisky contiene tutti i sapori e gli aromi del luogo in cui è prodotto: l’orzo, il legno delle botti, la torba con cui viene essicato il malto. Un bicchiere di questo prezioso nettare è capace di farci viaggiare nella sua terra d’origine, che siano le isole britanniche o gli Stati Uniti.

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Offerte di inizio Ottobre 2017!

Ogni momento è quello giusto per un brindisi con il vino italiano più famoso nel mondo. Ma è ancora più giusto con l’offerta Iperdrink: -20% su tutto il Prosecco della nostra selezione, nelle varianti tranquillo, spumante e frizzante, inclusi il Prosecco di Valdobbiadene DOCG e la sua espressione più prestigiosa: il Cartizze.

Bortolomiol, Col Vetoraz, Foss Marai, Colesel, Pederiva, Fratelli Bortolin: aziende custodi della tradizione del Prosecco, tutte da scoprire grazie a questa imperdibile promozione.

Ma il vino italiano è anche sinonimo di grandi rossi.

Per questo, Iperdrink vi offre con uno sconto del 20% sul prezzo di listino il Nero d’Avola Passo alle Mule Duca di Salaparuta ed il Cabernet Sauvignon Loredan Gasparini.

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Quando un birrificio è artigianale?

la polemica: Ab.Inbev e Birra del Borgo

L’annoso problema della definizione “artigianale” è antico come la rivoluzione industriale, ma di recente con l’acquisizione del marchio Birra Del Borgo (Rieti) da parte della multinazione Ab.InBev nel 2016 è scoppiata una scia di polemiche che hanno permesso di focalizzare l’attenzione sulla definizione. Secondo Slow Food, come specifica nel prestigioso Il Piacere della Birra (una sorta di manuale che, dalla loro presentazione, si prefigge di essere “un viaggio tra le principali culture birrarie, senza trascurare la scena italiana”) la qualità del birrificio di Rieti non ci ha rimesso minimamente, restando cioè un birrificio di virtù artigianale. Cosa che ha appunto innescato tutta la serie di polemiche che abbiamo visto negli ultimi tempi. Tanto che alcuni birrai artigianali chiedono addirittura di essere esclusi dalla prossima guida alle Birre d’Italia, pubblicata sempre da Slow Food.

Cosa dice la legge?

La legge ci viene finalmente in aiuto, dicevamo, nella definizione: la Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitivita’ dei settori agricolo e agroalimentare, nonche’ sanzioni in materia di pesca illegale (16G00169) del 28 luglio 2016, n. 154 viene infatti completata e pubblicata in GU Serie Generale n.186 del 10-08-2016 con quanto segue:

Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprieta’ immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantita’ di birra prodotte per conto di terzi.

Vedi comma 4-bis. dell’art.35 capo V della Gazzetta Ufficiale qui.

Di fatto dunque il Birrificio Del Borgo non può più definirsi come un birrificio artigianale, a prescindere dal livello.

Alcuni dei migliori birrifici italiani

I cambiamenti degli assetti del mercato italiano sono monitorati dai piccoli birrifici nostrani, ovviamente, che da 150 che erano nel 2007 sono oggi più di 1.100. Un sacco dunque e, tutti, da scoprire. Gli utenti più golosi hanno oggi la fortuna di poter approfittare delle offerte temporanee di Iperdrink e così esplorare in queste splendide selezioni stagionali:

  • l’intenso stile del piemontese Gilac, attraverso i suoi affascinanti lavori tra bassa ed alta fermentazione: https://www.iperdrink.it/shop/gilac/degustazione-di-birra-artigianale-gilac/
  • la profumatissima alta fermentazione del trentino Birrificio del Bosco: https://www.iperdrink.it/shop/birra-del-bosco/degustazione-birrificio-del-bosco/
  • l’imperdibile offerta del Birrificio della Granda, di Cuneo, in una soluzione di ben 12 bottiglie di pregiatissime scelte per un’escursione sensoriale: https://www.iperdrink.it/shop/birrificio-della-granda/degustazione-birrificio-della-granda/
  • l’elegante esperienza che propone il raffinato Hibu, il birrificio lombardo famoso anche per l’autoproduzione di molte delle sue materie prime, con più di 40 ettari di terreno tra Basilicata e Brianza, in un’offerta davvero completa: https://www.iperdrink.it/shop/hibu/pacchetto-birrificio-hibu/

Per saperne di più su cosa significa bassa fermentazione qui, alta fermentazione qui, fermentazione spontanea qui.

La reazione di un birrificio italiano

Ad ogni modo non tutti i microbirrifici italiani reagiscono male alla storia Del Borgo, alcuni pensano più in grande. Dal web magazine di GamberoRosso (più precisamente qui) si legge un notevole approfondimento dedicato ad uno dei più interessanti birrifici italiani in crescita, Birrifico Artigianale Veneziano, che ci permette di notare un esempio di reazione. Il birrificio di Martellago (Venezia) che nell’ultimo anno ha incrementato la produzione, arrivando a 1,5 mila ettolitri, con l’obiettivo di 2 mila condivide la sua testimonianza. Dall’articolo:

L’opinione di Rudy Liotto sul caso Del Borgo: “Credo sia stato un affare per entrambi: Ab InBev si è assicurato un marchio italiano importante, Leonardo si è assicurato la possibilità di fare grandi numeri, presidiare l’estero e fare ricerca. Senza contare che ci troviamo in un mercato non troppo stabile: se crollasse cosa succederebbe? Ecco lui si è messo al sicuro e ha messo al sicuro i suoi dipendenti. Non so se avrei preso la stessa decisione, ma capisco che a un certo punto ci si possa stancare di vivere nell’incertezza, stare dietro alla burocrazia, alle banche. Ha scelto la via della stabilità. D’altronde i grandi numeri non impediscono di fare alta qualità, penso ad esempio a Sierra Nevada: enorme realtà, ma di livello”.

Cosa ci riserverà il futuro? Certo è che, se tutti i microbirrifici cresceranno mantenendo la qualità di Sierra Nevada, personalmente credo che il futuro sarà bellissimo :)

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In California con le offerte Iperdrink

Anchor Brewing e Sierra Nevada sono due birrifici storici: è a loro che si deve la valorizzazione di ingredienti importanti come il luppolo californiano Cascade, e la nascita di stili birrai tipicamente americani. Fino a fine settembre potrete assaggiare le loro birre a prezzo scontato!

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